Foot candles

1024 707 STUDIO MASSIMO IARUSSI
Progetti e prodotti innovativi per l'illuminazione

Come tutti gli architetti, anche io ho le mie fissazioni. Fra queste, quella di collezionare strumenti d’epoca per misurare la luce.

Il pezzo che ha dato l’avvio a questa mania è anche quello al quale sono rimasto più affezionato. È un piccolo luxmetro in bachelite degli anni ’30 del secolo scorso, di produzione della americana General Electric. Per la precisione non si può propriamente chiamare luxmetro, poiché misura l’illuminamento in foot candles  e non in lux, per via della bizzarra ostinazione degli americani a snobbare il sistema metrico internazionale.

Nei suoi pochi centimetri cubici di immagine vintage, lo strumento racconta la nascita della nostra professione. Che, in principio, era limitata all’illuminotecnica.  Tutto ciò che aveva a che fare con la luce veniva ridotto in numeri, che venivano analizzati soprattutto per garantire un ambiente confortevole a chi lavorava. È cominciata così: aiutare le persone a vederci meglio, per lavorare meglio.

Impresso sul quadrante, il piccolo strumento classifica le diverse attività in funzione della luce di cui hanno bisogno; il sottile ago, nel suo movimento, indica le attività appropriate per la luce rilevata dalla minuscola cella al selenio. Per cucire, ti servono 60 fcd, per il magazzino ne bastano 10; e il foglietto illustrativo dava pure indicazioni semplificate per un uso casareccio dello strumento.

C’è voluto un po’ di tempo, ma poi abbiamo capito che la misura non è tutto, che la luce e i meccanismi che ne governano la percezione non possono essere tutti ridotti a numeri. Continuiamo ancora a misurare la luce ma, grazie al cielo, non siamo più solo degli illuminotecnici.

06/2020

Illuminotecnica