Siamo tutti pasticceri

640 480 STUDIO MASSIMO IARUSSI

“Siamo tutti pasticceri” era il titolo di un immaginario programma televisivo che, dentro uno spot pubblicitario di diversi anni fa, insegnava l’arte della pasticceria. Il protagonista dello spot, cercando di mettere in pratica gli insegnamenti  di quella trasmissione, finiva sempre (letteralmente) nei pasticci: infarinato dalla testa ai piedi, o intrappolato nel pollaio, mentre cercava di strappare alle galline un uovo fresco. Alla fine, saggiamente, il disgraziato i biscotti se li andava a comprare belli e fatti.

Il “fai da te” è sempre una forte tentazione. Per molti motivi: perché si vuole risparmiare, o perché ci si diverte, o (più spesso) perché ci si ritiene più bravi dei professionisti. Niente di male, purché si riconoscano i limiti dettati dal buon senso.

Quando si parla di luce, la tentazione è ancora più forte, tanto che quel programma immaginario  mi torna spesso alla mente, nel mio lavoro di tutti i giorni. Non se ne capisce la ragione, ma quando si parla di luce, a tutti prende la voglia di cimentarsi con la materia, proprio come il povero aspirante pasticcere. Tutti si sentono legittimati a dire la propria, e ad esprimere soluzioni ed accorgimenti tecnici che il più delle volte, semplicemente, non stanno in piedi. Forse sarà perché, in fondo, tutti siamo capaci di avvitare una lampadina, così come tutti siamo capaci di preparare una crostata alla domenica. Basta poi non lamentarsi se si  finisce intrappolati nel pollaio.

(Da “Il corsivo di Oscuro”, in Luce e Design, n. 5/2007)

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